Quanti di voi si sono sempre chiesti se era opportuno o no lasciare la mancia? TripAdvisor ha condotto uno studio, che noi abbiamo letto sul canale viaggi dell’Ansa e che vi proponiamo integralmente. Un europeo su due, secondo un recente sondaggio di TripAdvisor, quando viaggia è preparato perfino sulle mance da dare: in un Paese diverso dal proprio conosce e rispetta le consuetudini del posto sull’extra da elargire in ristoranti, locali, alberghi e taxi. Gli italiani si distinguono come i più consapevoli, anche se altresì fra i più favorevoli ad eliminare le mance per includerle nel conto. Evitare gaffe in hotel e locali, ma soprattutto incomprensioni col personale, è un buon punto di partenza per non rovinarsi la vacanza. Ecco perché un mini vademecum può risultare utile a tutti.
Anche solo guardando film e serie tv a stelle e strisce, molti hanno appreso che le mance sono praticamente un must negli Stati Uniti, circa il 10-15% del conto, e sono una parte importante della paga di un cameriere. Stessa percentuale, e stessa usanza, anche in Inghilterra e Irlanda. Situazione diametralmente opposta in Asia. In particolare la cultura di Giappone e Cina non contempla le mance, anzi. In questi Paesi gli extra sono sconsigliati perché percepiti come mancanza di rispetto per il personale di alberghi e ristoranti.
In Francia è facile rispettare la consuetudine locale perché le mance sono incluse nel conto proprio come in Italia, anche se nel Belpaese sempre più spesso si usa elargire un extra, un gesto carino a fronte di un servizio gradito, ma senza una percentuale “prestabilita”. A discrezione dei clienti sono le mance in molti Paesi europei, come Spagna, Germania, Austria, Grecia, Portogallo, Turchia e anche in Marocco, Egitto, Australia e India.
Secondo un’indagine condotta fra marzo e aprile scorso da TripAdvisor, i più solerti nel lasciare le mance sono gli italiani (anche se con importi minori, sono i più “avari”) insieme a spagnoli, inglesi e francesi (i più generosi): più di un turista su due (55%) ha affermato inoltre che la crisi economica non ha condizionato le abitudini in fatto di mance.